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Inaugurata “Cambiare”, la nuova mostra di Illegio

Tra i grandi inediti spicca un quadro di Pablo Picasso, un pregevole dipinto di collezione privata che costituisce una delle numerose declinazioni ritrattistiche del volto di Dora Maar

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TOLMEZZO – La mostra «Cambiare», da oggi al 17 ottobre 2021, offrirà al Friuli Venezia Giulia motivi di grande stupore ai visitatori che saliranno verso il borgo alpino di Illegio, anche in cerca di un luogo risanante e incoraggiante dopo questi mesi difficili. Trenta capolavori d’arte di provenienza internazionale, metteranno in scena mezzo millennio di bellezza, dal Cinquecento fino al Novecento. Il racconto appassionerà per l’alta qualità delle opere, alcune sorprendenti per lo splendore e per essere d’autori tutti da scoprire, altre a firma degli astri più fulgidi nel cielo dell’arte: tra i più importanti, basti ricordare che a Illegio si potranno ammirare un Tintoretto, due Antoon Van Dyck, due Claude Monet, un Giacomo Balla un Edmond Leroy-Dionet e un Raffaello Gambogi. La maggior parte di esse sono opere mai viste prima d’oggi in Italia, alcune totalmente inedite. “Il tema della mostra di Illegio di quest’anno – dice l’assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli – è davvero avvincente: ci ricorda come cambiare sia utile per migliorarci, ma soprattutto come nel cambiamento vi siano alcune cose che non devono mai mutare e tra queste la bellezza di questo luogo, i tesori che racchiude, i valori che il curatore di questa mostra, don Geretti, propone sempre con sapienza e al quale va il ringraziamento dell’amministrazione regionale”.

“Qui in questa perla incastonata nelle montagne è concentrato un inestimabile valore artistico- culturale e di attrattività turistica fatto crescere negli anni con la raccolta e proposta di opere d’arte spesso inedite e sempre di inestimabile valore”, ha osservato Zilli al termine della visita accompagnata dall’arciprete di Tolmezzo e fondatore del Comitato di San Floriano monsignor Angelo Zanello e dal curatore don Alessio Geretti. All’inaugurazione erano presenti anche il sindaco di Tolmezzo Francesco Brollo, la direttrice del museo di Miramare e della Direzione regionale musei del Friuli Venezia Giulia Andreina Contessa e il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini.
Tra i grandi inediti spicca un quadro di Pablo Picasso, un pregevole dipinto di collezione privata che costituisce una delle numerose declinazioni ritrattistiche del volto di Dora Maar realizzate da Picasso durante il corso della loro relazione. La fotografa e pittrice condividerà con Picasso gli anni segnati dalla Guerra Civile spagnola e dalla Seconda Guerra Mondiale, ed è forse anche per questo che il pittore l’ha voluta sempre ritrarre come una donna triste, con una particolare inclinazione per la drammaticità della vita, in preda al pianto e allo strazio. La si riconosce in Guernica e nelle Donne Piangenti grazie a particolari come gli eccentrici cappellini e le lunghe unghie laccate. Nel quadro esposto ad Illegio ci appare una figura che ha perso la sua plasticità riducendosi a semplici piani geometrici colorati. Chi visiterà la mostra di Illegio, quest’anno, s’accorgerà che già dal titolo saprà trapassare l’anima, ancor prima di conoscerne le opere: «Cambiare».

Non tutto cambia nella vita, ma nella vita accadono cose che cambiano tutto. Anzi, lo stesso vivere è in fondo un esser pronti a cambiare; solo l’inanimato e l’inerte restano sempre identici a sé stessi. La mostra «Cambiare» è un’avvincente meditazione su quest’esperienza fondamentale della nostra esistenza. I cambiamenti possono giungere repentini come temporale d’estate, o dipanarsi in ere d’estensione sovrumana come il mutare dei paesaggi o la rotazione delle galassie. Possono riguardare ciò che è inorganico, come le intime fibre della materia, o ciò che è organico, la sua evoluzione di specie in specie e quella dell’umano, che avviene nel destino e nel cuore di ogni singola persona. Mutano le forme visibili, come le fronde fiorite fragranti di primavera che diventano vampe fiammeggianti di rosso e di giallo sui sentieri di foglie in autunno, come la tenera fragilità del bimbo che inizia a formarsi nel segreto del grembo materno, poi superata dal vigore della giovinezza e nuovamente ricondotta all’essenziale nella fragilità delicata della vecchiezza. «Cambiare» mette in mostra questo movimento che riguarda il cosmo e le specie e le coscienze, mettendoci in ascolto della mente e del cuore di grandi artisti che hanno imparato cosa significhi cambiare nella carne viva delle loro storie personali, piene di conquiste e di ferite, e facendoci riscoprire le storie narrate dalle più belle pagine della nostra civiltà: la mitologia classica, la Sacra Scrittura, la letteratura e il teatro, la storia delle rivoluzioni e delle trasformazioni dell’Occidente. E anche il diario della nostra vita, fosse pur scritto solamente sui fogli impalpabili della memoria segreta, conserva pagine simili: visitare la mostra di Illegio sarà ritrovare qualcosa di noi stessi, sfogliando l’anima, sarà come guardarci allo specchio dopo una vita che ci ha lasciato sul volto le rughe di certi momenti e quel taglio dello sguardo, inconfondibile, ereditato da qualcuno che ci voleva bene con tutta la sua forza.

Come lungo il sentiero che s’inerpica verso una cima tra panorami incantevoli, visitare la mostra sarà come salire quattro tornanti, corrispondenti alle quattro sezioni del percorso. La prima è dedicata all’impulso di cambiare il mondo attorno a noi, con piglio rivoluzionario, o a quello di reagire ai cambiamenti del mondo, ad esempio quando gli sconvolgimenti della natura e della storia travolgono e sfidano l’uomo nella sua capacità di reagire e di ricominciare. La seconda è centrata sui più affascinanti racconti di metamorfosi, dalla mitologia alle favole, che attraverso simboli e drammi colgono nel cambiamento l’essenza meravigliosa e tormentata del nostro vivere. La terza parte della mostra ricorda storie di cambiamento interiore, morale e spirituale, di ascesa e di caduta, di smarrimento e di ritorno, fino alla misteriosa mutazione che attende ogni vivente sulla soglia dell’eternità. Sarà insomma una meditazione sulle forze che cambiano l’uomo. Nella quarta sezione della mostra s’apre il panorama del cambiamento dell’arte e del suo sguardo rivolto alla scena di questo mondo, dalla prospettiva dei maestri antichi fino alle percezioni dell’Impressionismo e alla ricerca di una nuova profondità e di nuovi linguaggi dal Novecento in poi. Scegliendo alcuni esempi eminenti, la mostra tenterà non semplicemente di indicare che l’arte cambia, ma perché essa cambia!
Per i gruppi (cioè almeno 20 persone) sono state riservate tre mezze giornate ogni settimana (domenica mattina, giovedì mattina, sabato pomeriggio), con le giovani e preparatissime guide che cureranno la visita dividendo la compagnia in micro gruppi contemporaneamente immersi tra le opere della mostra. È confermata la necessità della prenotazione per tutti (sarà accettata anche con preavviso minimo se ci sono posti disponibili), attraverso il telefono (0433.44445) o la mail (mostra@illegio.it) o l’apposita sezione del sito www.illegio.it.

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