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Cronaca & Attualità

La protesta dei ristoratori coinvolge anche il Friuli: #ioapro contro il Dpcm

Diverse le persone che, per solidarietà, hanno affollato i locali “ribelli”: “La Ciacarade”, “Le Magnolie”, “Candoni”, “La Dimora del Bardo” e “Alle Rose”

Alessandro Cesare

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UDINE – E’ andata in scena anche in Fvg la protesta dei ristoratori, sballottati tra zone gialle e arancioni, senza certezze per il futuro. Un gruppo sparuto ma determinato che ha tenuto aperto tra venerdì e domenica, anche dopo le 18, nonostante i divieti. Diverse le persone che, per solidarietà, hanno affollato i locali “ribelli”: “La Ciacarade” di via San Francesco a Udine, “Le Magnolie” di Tavagnacco, “Candoni” ad Arta Terme, “La Dimora del Bardo” di Nimis e “Alle Rose” di Rive d’Arcano.

Tutti hanno ricevuto la visita delle forze dell’ordine, che oltre a schedare gli avventori presenti in quel momento nel ristorante (un centinaio quelli segnalati alla prefettura), hanno provveduto a multare i titolari di 400 euro con la chiusura del locale per cinque giorni. Sanzioni che i “ribelli” non hanno alcuna intenzione di pagare, appellandosi al loro diritto di lavorare e alla situazione di necessità in cui si trovano a causa dei diversi Dpcm.

I protagonisti di #ioapro sono diversi: ci sono i ristoratori messi in ginocchio dalle continue chiusure, ci sono semplici cittadini che vogliono dimostrarsi solidali e ci sono anche i no mask, che negano l’esistenza della pandemia facendo riferimento a una cospirazione mondiale antidemocratica. Per i protagonisti della protesta reiterata, ora c’è il rischio di una denuncia in procura, di un inasprimento delle sanzioni e di un prolungamento del periodo di chiusura.

 

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