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Scuola: la Regione chiede ingressi scaglionati per tornare sui banchi

In caso di necessità le corse sui percorsi extra urbani possono essere potenziate ricorrendo al noleggio di ulteriori mezzi da parte di aziende private

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FVG – “Per garantire il rientro del 75% degli studenti alle lezioni in presenza dopo le vacanze di Natale in questa fase dell’emergenza sanitaria è necessario che le scuole scaglionino gli orari di ingresso e di uscita dei ragazzi, in particolare nelle aree urbane, così da evitare il sovraffollamento dei mezzi”. È questa la posizione espressa dagli assessori regionali alle Infrastrutture e Territorio Graziano Pizzimenti e all’Istruzione, università e famiglia Alessia Rosolen, durante il vertice in videoconferenza convocato dal prefetto di Trieste, Valerio Valenti, per avviare il percorso che porterà alla definizione delle azioni da adottare nell’ambito del trasporto pubblico locale per favorire il ritorno sui banchi degli studenti giuliani nel rispetto delle regole nazionali che fissano al 50% della capienza il limite massimo d’occupazione dei mezzi pubblici.

Pizzimenti ha confermato che “in caso di necessità le corse sui percorsi extra urbani possono essere potenziate ricorrendo al noleggio di ulteriori mezzi da parte di aziende private, ma nell’area giuliana il 95 per cento delle corse sono urbane. In questo contesto è quindi necessario trovare una soluzione ottimizzando gli orari dei mezzi a disposizione e rimodulando gli orari d’inizio e termine delle lezioni”.
L’assessore Rosolen ha quindi convenuto sulla necessità di scaglionare gli ingressi scolastici ma ha anche rimarcato che “al momento la presenza degli studenti universitari è ridotta per il forte ricorso alla didattica a distanza, quindi è possibile dirottare parte delle corse destinate all’ateneo per aiutare gli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado a rientrare in classe. Il ritorno a scuola dei ragazzi è infatti importante sia per loro, dal punto di vista formativo e sociale, sia per i genitori, molti dei quali sono in difficoltà nel coniugare il proprio lavoro con la didattica a distanza dei figli”.

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