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Autostoppisti del Magico Sentiero: Fabrizio Citossi e la sua ultima follia!

Rive No Tocje, Angelo Floramo, Giancarlo Schiaffini, Giovanni Maier per un viaggio narrativo-musicale nella profonda bassa friulana, senza ritorno

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foto: ©Luca D'Agostino

San Giorgio di Nogaro – Una chitarra blues che dal delta del Mississippi si dirige verso le foci dell’Ausa e un incedere di trombone da free jazz dalla periferia di Chicago a quella di San Giorgio di Nogaro, altrettanto malsana. La voce perentoria di Angelo Floramo che dipinge un immaginario social-narrativo che dall’Asia Centrale parte in direzione Apocalisse su di una nuova quanto improbabile Via della Seta.

E’ la cifra stilistica degli Autostoppisti del Magico Sentiero, progetto nato dall’irrefrenabile creatività di Fabrizio Citossi, già chitarra e mente dei Rive No Tocje. Un concept di quelli che si usavano una volta, coinvolgendo e facendo ruotare attorno a questa Sovrapposizione di antropologia e zootecnia maestri del calibro di Giancarlo Schiaffini al trombone, Giovanni Maier al contrabbasso, il didgeridoo di Martin O’Loughlin (già Moon Bhai),  con le partecipazioni di Federico Sbaiz al piano e dei fedelissimi Annarita De Conti e Franco Polentarutti. L’album, uscito il 24 aprile, si propone di ricordarci che «l’uomo e’ stato programmato geneticamente per muoversi lungo le linee energetiche del nostro pianeta, soprattutto in questo particolare momento storico».

«Quando in un caldo pomeriggio di aprile di un anno fa io e Angelo ci incontrammo ai mitici Five Cats Studios di Pradamano» mi racconta Fabrizio Citossi «io non avevo idea di come avremmo potuto registrare le voci essendo la musica alquanto irregolare e quindi non pareva semplice incastrarci le parole, soprattutto per uno che di mestiere non fa il cantante, ma … sorpresa, Angelo con piglio da  cantante jazz imbroccò tutto alla prima registrazione! Ricordo che registrammo due versioni di ogni pezzo ma solo per sicurezza. La facilità con cui si destreggiò mi porta a considerarlo un musicista completo a tutti gli effetti oltre che a un grande scrittore e divulgatore! Insomma un artista a 360 gradi. E’ stato un vero privilegio averlo con noi!»

Un passo indietro per ritornare a dove tutto è partito: Rive no tocje. E’ un antico modo di dire friulano legato soprattutto al mondo del lavoro. Avete presente quando si prende la misura per far stare un armadio dentro ad una stanza e non ci sta per magari un millimetro? Ecco questo e’ il significato di rive no tocje! «In realtà» mi spiega sempre Fabrizio «l’altro membro fondatore del complesso lo usava contro di me inizialmente per comunicarmi – si scrivi pure canzoni tanto non vai da nessuna parte! Capito che fiducia?!»

«Anche se inizialmente cominciammo come duo nel corso degli anni vari elementi suonarono con noi: se devo ricordarne uno che ha davvero arricchito il nostro sound e ci ha portati a considerare nuove strade sonore da percorrere dico Alan Jimi Scaravetti, eccezionale chitarrista dei Tilda’s Wave che per un anno ha diviso palco e… cantina con noi! Ora come ora dal vivo ci esibiamo come quartetto-quintetto: i membri effettivi della band sono il già citato Martin O’Loughlin al didgeridoo e al medusa (strumento di sua invenzione), il maestro Marco Tomasin alla tromba e alla voce, Franco Polentarutti, poeta, occasionalmente al clarinetto stonato e alle percussioni di bottiglie vuote, e a volte anche quel genio di Marco Fumis alla batteria! E poi siamo arrivati a questo disco dove  hanno collaborato con noi due grandi jazzisti come Giancarlo Schiaffini e Giovanni Maier».

«Una volta conclusa, se mai passerà, quest’emergenza, vorrei poter presentare questo lavoro dal vivo! Ho già ricevuto diverse proposte, ed una da un importante festival regionale che si dovrebbe tenere in autunno: certo si dovrà’ riuscire a riunire tutti i componenti di questo progetto e la cosa non sarà’ semplice, ma il concept è davvero predisposto per esser sviluppato in concerto!»

Progetto futuri? «Un album su PPP, sempre con la formula di collaborazioni con grandi musicisti e poeti,  e soprattutto ci sarà l’elettronica e Patrizio Pica!»

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