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Economia & Lavoro

Paniccia (Confapi Fvg): “Le aziende vanno riaperte in fretta”

Sono il legno e l’industria dell’arredamento a essere usciti più penalizzati e più bisognosi di riprendere l’attività

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UDINE – Massimo Paniccia, presidente di Confapi Fvg, nel corso di una videconferenza con il presidente Massimiliano Fedriga e con gli altri rappresentanti di categoria, ha riaffermato l’urgenza di riaprire tutte le attività manifatturiere, delle costruzioni e dei servizi alla produzione, accanto naturalmente alle imprese di trasporto che già sono operative. “In particolare – ha detto – sono il legno e l’industria dell’arredamento a essere usciti più penalizzati e più bisognosi di riprendere l’attività, specie sul versante delle esportazioni, per non perdere le posizioni a vantaggio di una concorrenza agguerrita e che non ha mai smesso di lavorare”.

“In queste settimane di chiusura, ma già prima – ha chiarito – le imprese operanti o meno avevano messo a punto misure di sicurezza oltre a quanto stabilito dal Protocollo Nazionale per il contrasto e il contenimento della diffusione del Cocid-19 sottoscritto lo scorso 14 marzo, volte a garantire la salubrità degli ambienti di lavoro e la tutela delle maestranze. Ciò in stretta collaborazione con le Rsu, Rls, Rspp e medico del lavoro; tutti hanno dato grande dimostrazione di responsabilità e di consapevolezza dell’importanza dell’aspetto economico”.

Così ad esempio le aziende si sono già organizzate su più turni di lavoro, con ingressi scaglionati, nell’arco di 7 giorni e non di soli 5. In questa logica, Paniccia chiede all’Amministrazione regionale: il monitoraggio del trasferimento del lavoratore dalla residenza al luogo di lavoro, evitando possibili situazioni di contagio intermedie, specie con riguardo al trasporto pubblico locale dove già l’Assessorato regionale alla Mobilità sta prendendo le misure idonee; il monitoraggio delle situazioni del nucleo familiare del lavoratore, mediante autocertificazione, con cui dichiara l’inesistenza di casi positivi in famiglia. “Queste posizioni – ha concluso Paniccia – rispondono a nient’altro che agli accorati appelli dei Colleghi Associati, che intendono mantenere viva e vitale l’attività d’impresa”.

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