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Cronaca & Attualità

Brollo: “Con una mano ci hanno tolto il tribunale, con l’altra ci portano il Covid-19”

La protesta formale del sindaco al ministero della Giustizia per il 5 casi di positività Covid-19 nel carcere di Tolmezzo

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UDINE – Il sindaco di Tolmezzo, Francesco Brollo, ha inviato una formale lettera di protesta al Ministero della Giustizia per i 5 casi di positività riscontrati nella casa circondariale del capoluogo carnico tra una parte dei detenuti trasferiti da Bologna. “Inoltro formale protesta per il trasferimento dei detenuti che, ovviamente loro malgrado, hanno causato un focolaio all’interno della casa circondariale. In tempi normali l’unica possibilità ragionevole per un Sindaco sarebbe esigere l’immediato trasferimento; ora pur comprendendo le criticità che tale operazione richiederebbe, chiediamo comunque in via principale che si valuti l’allontanamento in altra zona, in subordine ci aspettiamo senza indugio dalla Sua amministrazione che venga messo in campo ogni mezzo atto impedire il diffondersi del contagio all’interno del carcere – tra detenuti e operatori che lavorano –nonché a impedire che il medesimo si possa diffondere tra le famiglie dei lavoratori e, in seconda istanza, tra la popolazione extra carceraria. Infine faccio formale richiesta affinché non vengano più effettuati trasferimenti di detenuti in pendenza della fase emergenziale da Covis-19”. Questa la conclusione della lettera del sindaco, che si è espresso anche a nome del territorio della Carnia come presidente della omonima Uti, inviata alla Direzione Generale Detenuti e Trattamento del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e ai dipartimenti competenti, nonché per conoscenza al ministro Bonafede, al presidente Fedriga e al vicepresidente Riccardi.

“NON SERVE UNA MANO NELLA DIFFUSIONE DEL VIRUS” – Tra i motivi di disappunto evidenziati dal sindaco, il fatto che “di tutto c‘era bisogno tranne che di dare una mano alla diffusione del virus che è già molto virale di per sé, in un territorio che si sta dimostrando attento nelle misure di contenimento. In tutto questo – aggiunge il sindaco – ribadiamo la fiducia in medici e operatori della azienda sanitaria e siamo a fianco di tutti coloro che lavorano o prestano il proprio volontariato per battere il virus, sia dentro che fuori dal carcere. Siamo altresì vicini a tutti coloro che stanno vivendo questa vicenda con comprensibile preoccupazione, dai lavoratori del carcere ai loro familiari, ai detenuti medesimi”. “Premettendo che le prime parole di attenzione vanno a coloro che in questo caso – come in tutti gli altri – soffrono la malattia e a coloro che se ne devono prendere cura, scrivo queste righe nella piena consapevolezza della dovuta lealtà istituzionale e collaborazione che lega tutti noi che prestiamo servizio nelle istituzioni per i nostri cittadini, anzi, proprio in nome di questa lealtà istituzionale, che lo Stato ha già disatteso sopprimendo Tribunale e Procura di Tolmezzo privandosi di un vitale presidio di giustizia di prossimità a servizio anche della attività del vicino carcere di alta sicurezza, esplicito la triplice motivazione di risentimento istituzionale generato dalla vicenda delle positività importate nella Casa Circondariale di Tolmezzo. In primo luogo perché un’azione esterna mette a rischio la salute della comunità che rappresento e innesta in un contesto cittadino dove la popolazione sta adottando comportamenti tra i più virtuosi d’Italia per il contenimento del virus, un focolaio potenzialmente in grado di impattare sulla salute di una comunità che sta facendo con successo fronte comune nei confronti del morbo e che se lo vede ‘recapitato’ da un’istituzione tra le proprie linee”. Questo lo sfogo di Brollo.

LA FRUSTRAZIONE DEL SINDACO – “Può perciò immaginare – continua il sindaco rivolgendosi al ministro – come la nostra popolazione si senta comprensibilmente smarrita e frustrata di fronte a questo evento e non manchi di rappresentarlo alla istituzione a lei più vicina, il sindaco: ‘Ma come – questo il denominatore comune delle reazioni alla vicenda – noi facciamo tanti sacrifici per combattere il virus e ce lo portano da fuori?’. Reazione legittima e condivisibile. Come il virus non conosce confini e frontiere, tanto da averle bellamente attraversate con gli effetti pandemici che riscontriamo quotidianamente, così non si arresta davanti alle mura e alle sbarre di un carcere. L’osmosi tra popolazione carceraria e non, tra detenuti e dipendenti in servizio, tra  ‘dentro’ e ‘fuori’ è fisicamente impedita da mura e sbarre, ma permeabile alla trasmissione del Covid-19. In secondo luogo perché tutto ciò risulta particolarmente frustrante in un comune dove ho adottato provvedimenti più stringenti rispetto alla normativa nazionale (ad esempio con le ordinanze di sospensione del mercato settimanale anche dei generi alimentari, ammessi dalla norma nazionale), proprio per rafforzare le misure di prevenzione”.

TOLMEZZO HA GIA’ DATO – “Infine perché ciò è avvenuto in un luogo che, nel dare e avere tra Stato e comunità locale in tema di giustizia e della sua amministrazione, Tolmezzo e la Carnia ‘hanno già dato’ e non abbisognano di ulteriori pretesti di sfiducia verso l’autorità centrale, così poco sensibile verso la periferia. Il riferimento è infatti ai provvedimenti di revisione della geografia giudiziaria che hanno portato alla chiusura del Tribunale e della Procura della Repubblica di Tolmezzo nel 2013, che hanno rotto un implicito patto di lealtà istituzionale tra amministrazione centrale e locale che si traduceva nella reciproca giustificazione di presenza tra l’importante casa circondariale e il Tribunale. Più volte, nel susseguirsi di incontri tra rappresentanti delle istituzioni locali e quelli ministeriali, il mantenimento del Tribunale era stato assicurato giustificandone la permanenza proprio in funzione del fatto che in loco è presente un importante carcere. Con una mano il Ministero toglie i presìdi di giustizia e con l’altra dà occasione di trasmissione del virus”, conclude Brollo.

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